“Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro ai vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.”
(Dino Buzzati)
Questa frase che ho trovato peregrinando per il web, è per me. Perchè io mi affeziono sempre tanto alle persone che attraversano la mia vita anche solo per una stagione.
Mi spiego. Riassettando la casetta da studente che fra poco lascerò, ritrovo oggetti di ogni anno di ogni mese, anche precedente al periodo in cui ci abitavo (sono un’accumulatrice seriale) mi ritrovo a pensare a quando persone, le più diverse, facevano parte della mia vita, com’ero io e che vita facevo in quel periodo.
Le cose belle emergono, è questa la cosa bella degli oggetti. Che permettono un ricordo selettivo, solo delle cose migliori.
E questo è anche il motivo per cui di molte cose non riesco proprio a disfarmi e sono come un piccolo gufo accumulatore, con la memoria tanto lunga.
In una scatola tengo ancora delle calze, che risalgono a quando stavo in Francia, del viaggio in Bretagna la fatina di ceramica, poi le foto, o i vari regali. Libri, che sono sempre un regalo speciale, oppure gioielli, pietre. Ogni cosa alla sua stagione.
E mi piace pensare che, attraverso un oggetto, vicino a me rimanga qualcosa di quella persona che per me è stata compagna di viaggio. Ne sento un po’ la mancanza, ma non quella mancanza triste, non un’ossessione, ma una nostalgia, frutto del distacco.
Queste foto hanno avuto qualche problema di luce e si vede.. E mi spiace perchè la composizione mi piaceva! Nell’ingresso non mi so ancora regolare.. Penso che con le giornate che si accorciano dovrò iniziare a tirare fuori di nuovo i faretti..
Riguardo alla ricetta del pane invece.. Perdonatemi estimatrici del lievito madre.. Per me rappresenta un po’ il passo della stabilità questo ingrediente.. Quando avrò una casa fissa che non lascerò ogni settimana inizierò a “coltivarlo” come si deve. Quando smetterò di spostarmi per studio, lavoro, piacere comprerò un gatto. E il lievito madre of course 🙂
Ingredienti:
400 g di farina di frumento tipo 0
20 g di lievito di birra
un mazzetto di salvia fresca
un cucchiaio di paprika dolce
olio evo
sale
Sciogliamo il lievito di birra in mezzo bicchiere di acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero. In una ciotola mettiamo la farina, il sale e aggiungiamo il lievito sciolto. Lentamente aggiungiamo altra acqua fino a rendere l’impasto morbido ma compatto (circa un bicchiere, se vi risulta appiccicosa aggiungete un po’ di farina e viceversa).
Copriamo l’impasto con un panno umido e mettiamo a lievitare per un’ora circa.
Mettiamo la padella sul fuoco con l’olio, le foglie di salvia e la paprika. Facciamo rosolare a fuoco basso per un paio di minuti circa.
Accendiamo il forno a 200°.
Riprendiamo il nostro impasto e uniamo le foglie di salvia lavorandolo ancora un po’.
Dividiamolo in pagnottine (io ne ho fatte due medie, se ne possono fare anche quattro piccole).
Foderiamo una teglia di carta forno e ci adagiamo le pagnotte. Terminiamo spennellandole con l’olio rimasto della salvia.
Facciamo cuocere in forno per 30-35 minuti.
A presto!
11 Comments
Lilli nel Paese delle stoviglie
9 Settembre 2014 at 8:08Anche io mi affeziono parecchio alle persone che incontro lungo strada conservandone ricordi, scontrini, biglietti, libri, una stringa, un cucchiaio ecc….capisco bene cosa dici! a me le foto piacciono e ancora di più il pane che ho mangiato con la salvia, con la paprika ma mai insieme, lo salvo, buona settimana claudia!!!
Anna Luisa e Fabio
9 Settembre 2014 at 8:47Sempre bello pescare negli oggetti conservati ricordi di tempi che non ci sono più ma ai quali siamo comunque legati. Ricordi che riemergono come se tutto fosse ancora ben presente.
Bellissimo questo pane e mi piace anche la luce 🙂
Fabio
Bietolin@
9 Settembre 2014 at 9:21Mamma quanto mi ispira questo pane, dev'essere strepitoso!! Io però posso usare solo farina integrale, secondo te verrebbe bene comunque?
Bravissima come sempre, baciotti
lacuisinetresjolie
9 Settembre 2014 at 10:04Penso proprio di sì Carlotta! 🙂
pensieri e parole
9 Settembre 2014 at 13:38Ciao Cla, l'altro giorno ero in fase "messa in ordine dell'armadio" e ho pensato alle stesse cose che hai scritto tu, non riuscendo a buttare alcuni vestiti, ormai passati di moda,che mi ricordavano dei vari momenti della mia vita.. Quando riguardiamo questi oggetti è come fare un tuffo nel passato!! Ciao Claudietta ti mando un saluto grande.. Sara
lacuisinetresjolie
9 Settembre 2014 at 19:26Io non butterei mai via nulla!
Un bacione Sara :*
m4ry
10 Settembre 2014 at 6:16Ma perché non ricevo più gli aggiornamenti del tuo blog ? Ho anche provato a unimi nuovamente ai tuoi follower ( nonostante già lo fossi)…ma nulla..non vedo la mia faccia e il tuo blog non compare nella mia blogroll..e manualmente non me lo fa inserire..che palle ! Devo trovare una soluzione ! Intanto che cerco..mi gusto questo pane ! Un abbraccio !
p.s. anche io ho difficoltà grosse nel buttare…in tutti i sensi..
lacuisinetresjolie
10 Settembre 2014 at 7:07se hai bloglovin prova da lì.. di solito non si sbaglia!
Smuack :*
Erica Di Paolo
10 Settembre 2014 at 12:21E invece io, che alla pasta madre non ho ancora ceduto per paura di una dipendenza che non posso permettermi, quando ho letto lievito di birra ho esultato 😀
Splendida frase che introduce un pane delicato e delizioso. Bravissima!!
Giovanna
11 Settembre 2014 at 12:41Come ti capisco, mi ritrovo in quello che hai scritto e mi piace molto la frase di Buzzati. Le foto sono belle molto evocative e il pane mi alletta molto. Un bacio
Maria - Una Pinguina in Cucina
11 Settembre 2014 at 19:35Bella questa ricetta, il pane avrà un'aroma speciale!! A me le tue foto piacciono tanto! un bacio